Pubblicità!

Quante volte ti capita di vedere una trasmissione, un film, un telegiornale, un documentario o qualsiasi altra cosa del genere sia in televisione che su internet e poi all’improvviso e in maniera puntuale come un orologio svizzero arriva la tanto famosa e non voluta pubblicità?
La pubblicità è onnipresente

Ormai la pubblicità è un fenomeno mondiale, che si è sparsa a macchia d’olio in ogni quotidiano giornaliero e non.
E’ come se l’uno non possa vivere senza l’altro e sia per la pubblicità che per il cliente significa proprio questo, senza volontà.
Molte volte vedo pubblicità di prodotti intimi, che accennano al nudo.
Ma con tanta difficoltà si potrebbe avere la gioia di vederne una dove quel corpo nudo sia ben visto, piuttosto che coperto dai pixel o solo da oggetti presenti in scena, perché considerato proibito da vederlo nudo.
Ogni Nazione la sua

Il rapporto con la nudità non è di certo facile notarlo in televisione.
Però per fortuna ciò dipende da Paese a Paese.
Ci sono molte Nazioni dove focalizzano la nudità a scopo benevolo, piuttosto che malizioso.
Una volta mi capitò di vedere una pubblicità francese sui preservativi.
In questo spot fumettistico la vagina andava alla ricerca del suo pene.
I due si incontrarono, finché scoppiò la passione e fecero sesso, dopo che il pene si era messo il preservativo.
In Italia tale pubblicità sarebbe stata ed è considerata un vero è proprio tabù per i soliti motivi bigotti, che includono i bambini, la violenza sessuale e chi ne ha più ne metta.
Ma lasciando stare questo inutile discorso, direi che la Francia nella sua comicità e nel suo buon senso maturo abbia fatto capire quanto l’uso del preservativo sia importante e a cosa serva in modo esplicito.
Di certo non è stato nulla di volgare, ma considerarlo tale è pura blasfemia.
Di pubblicità in pubblicità

Esistono persino pubblicità promozionali contro le malattie, il maltrattamento degli animali o qualsiasi altro sostegno morale, dove mettersi a nudo per una giusta causa è vista almeno in maniera più sensata e non bigotta.
Ci sono anche spot dove la nudità è in prima pagina a scopo promozionale verso la persona stessa e la marca da promuovere.
Ad esempio calendari con modelle nude, che posano per una determinata marca.
Oppure si possono trovare delle pubblicità in televisione, dove il benessere naturale aiuta a far stare meglio il telespettatore e ad immaginarsi in un mondo diverso da quello reale.
In alcune pubblicità dell’Ikea ciò succede per davvero.
Non è la prima volta che l’azienda svedese trasmetta delle pubblicità dove il nudo è protagonista indiscusso di tale spot.
E’ un modo per sensibilizzare le varie campagne pubblicitarie e per di più senza scendere anche lì nel volgare, perché nudo e sesso sono due cose ben diverse.
Esistono anche aziende come Playboy, dove il nudo veniva esplicitato nei giornalini pornografici.
Siti internet porno dove il nudo stesso è industrializzato.
Di certo c’è modo e modo di fare pubblicità sul nudo.
Ma se si pensasse a farne delle tante per aiutare il prossimo a non sentirsi emarginato sia in modo fisico che morale dalla falsa società bigotta, il mondo sarebbe una pubblicità unica nel suo genere.
In questo modo anche il clothing optional aiuterebbe meglio a favorire e a far capire l’unione e l’importanza tra nudisti e tessili in maniera del tutto naturale, cosìcchè la vita sarebbe migliore e più salutare.
Imparare a fare bene della pubblicità, è un passo da non sottovalutare.
Mettere a nudo e senza vergogna il proprio corpo davanti ad uno schermo, è la miglior pubblicità per far sentire il telespettatore a casa sua.